Francamente non si comprende perché il dissenso da un comportamento non condiviso del Presidente della Repubblica in riferimento all'atto del firmare o meno la legge sullo “Scudo fiscale” che consente a mafiosi e criminali di far rientrare legittimamente in Italia capitali illeciti, divenga così blasfemo visto che si avevano tre opzioni: firmare ponendo in evidenza i punti più preoccupanti, firmare mandando un messaggio alle camere chiedendo un dibattito sul tema. Non firmare, rimandando la legge in Parlamento.
Bisogna aggiungere che i tempi erano stretti per far passare il decreto e, se non si fosse votato entro sabato esso sarebbe decaduto. Il Presidente Napolitano sceglie di firmare in prima istanza il decreto stesso. Qualcuno supplica il Presidente di non firmare ma lui risponde che, se non firmasse, il decreto tornerebbe alla Camera la quale lo riproporrebbe in seconda istanza ed a quel punto sarebbe costretto a firmarlo, quindi continua Napolitano, “..non firmare non significa nulla.” Una sorta di resa incondizionata al malaffare ed al malcostume che non lascia adito ad interpretazioni.
La legge passa alla camera con 20 voti di scarto e, tra gli altri, disertano il voto ben 23 deputati del PD. Gli assenti, nel momento in cui Di Pietro si arrabbia col Presidente Napolitano, sono proprio quelli che più si indignano, facendo quadrato attorno al Governo, ritenendo pericoloso, populista e sovversivo Di Pietro stesso. Uno con cui non fare più alleanze, uno da cui tenersi alla larga. In pratica, sono più pericolosi, per certuni, Di Pietro e l'Italia dei Valori, che i condoni sugli illeciti e il consentire a criminali di riportare in patria la refurtiva.
Il comportamento del Presidente diviene insindacabile, quasi fosse il Padreterno, tanto che, se a gran voce si chiede la laicità dello Stato, adesso viene il sospetto che occorra battersi per la laicità dallo Stato. Taluni mettono in discussione pure Dio, ma il Presidente della Repubblica mai, il Suo giudizio diviene insindacabile ed inappellabile.
Tutto quindi dovrebbe passare nel silenzio. La firma del Presidente e l'assenza dei parlamentari al voto. Chi afferma che le assenze erano troppe per un voto così importante viene attaccato. Eppure c'era l'opportunità di costringere il Governo a porre per l'ennesima volta la fiducia legittimando l'opposizione a quel punto a chiedere le dimissioni del Governo stesso.
Se non si deve pensare a qualcosa di studiato a tavolino, si può però affermare l'incapacità dell'opposizione di fare il suo mestiere?
E' lecito, in oltre, sapere in maniera dettagliata il percorso e l'utilizzo della refurtiva una volta rientrata nel nostro paese, o mettiamo anche su questo il segreto di Stato?
Mirco Marchetti - coordinatore IdV-Fermignano
4 commenti:
molto intiresno, grazie
quello che stavo cercando, grazie
molto intiresno, grazie
Si, probabilmente lo e
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