Da "Democrazia diretta Pesaro" ricevo ed inoltro condividendone in toto i contenuti.
"Pochi giorni fa commentavamo negativamente la proposta di chiudere il tribunale di Urbino (anche quello di Fano risulterebbe a rischio), oggi rispediamo al mittente il progetto di chiusura di 15 uffici postali nella nostra provincia.
Poste Italiane ivia ogni anno all’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) la lista degli uffici postali antieconomici. Siamo andati a guardare, ed ecco qua la lista nera per la nostra provincia:
PESARO – VIA DEI CACCIATORI
SALTARA
CARTOCETO
BELVEDERE FOGLIENSE TAVULLIA
CALMAZZO FOSSOMBRONE
CASTELVECCHIO MONTE PORZIO
FIORENZUOLA DI FOCARA PESARO
ISOLA DI FANO FOSSOMBRONE
PETRIANO
PIANELLO CAGLI
PIEVE DI CAGNA URBINO
SASSOCORVARO
SASSOFELTRIO
SCHIETI URBINO
SERRUNGARINA
L’elenco completo degli uffici a rischio chiusura in tutta Italia è scaricabile qui:
http://www.aciclico.com/moduli-download/uffici_postali.pdf
Quando in paese arrivava l’ufficio postale, arrivava la civiltà e il progresso. Gli uffici postali rappresentano servizi preziosi per la popolazione, soprattutto per gli anziani e chi ha difficoltà a spostarsi.
Oggi c’è stata l’involuzione del servizio postale, gli uffici sembrano sportelli bancari dove si fanno versamenti e prelievi, si aprono conti, si rilasciano bancomat e si fanno contratti per i cellulari. Nulla a che vedere con la spedizione di corrispondenza o merci.
Dal febbraio 1998, Poste Italiane sono diventate una società per azioni. Una volta privatizzata, lo scopo della società diventa generare utili e non erogare servizi. Seguendo questa logica, un ufficio che non raccolga adesioni per conti correnti risulta antieconomico e va chiuso, con buona pace della pubblica utilità. Ennesimo esempio del pessimo servizio che hanno reso le privatizzazioni dello scorso decennio.
Ora bisogna salvare il salvabile e vedere come mantenere in esercizio questi 15 uffici a rischio.
Leggiamo dell’impegno della Provincia e siamo sicuri che il presidente Ricci darà battaglia. In ogni caso, siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è sicuramente meglio, perchè non mobilitare un gruppo di cittadini contrari alla progressiva soppressione dei servizi nella nostra provincia? Oggi chiudono, tribunali e uffici postali, domani chiuderanno ospedali e scuole perchè sull’altare del profitto, tutto sembra sacrificabile.
Ogni volta che non facciamo sentire la nostra voce, ci viene sottratta una parte della nostra quotidianità. Siamo oltre l’allarme, oltre il pericolo, siamo al si salvi chi può, perciò ognuno faccia la sua parte perchè tirare i remi in barca non è più possibile. Quello che non sono stati in grado di fare politici e amministratori dovranno farlo i cittadini."
Democrazia Diretta subito!
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