domenica 4 novembre 2007

Emergenza immigrati? Dalla demagogia al buonismo di maniera


Come ebbi modo a sostenere in questo blog tempo addietro, il problema immigrati si presenta sempre e comunque sull’onda emotiva dettata dalla contingenza. Ed ecco che, un fatto di cronaca nera che vede il coinvolgimento di un uomo di nazionalità rumena con disturbi psichici in un atto criminale ai danni di una giovane donna italiana, riesce a far emergere tutto il risentimento che il velo lacerato dell’ipocrisia aveva tenuto occultato. Nei cittadini rispunta la xenofobia, la paura del diverso, alimentata da una classe politica che non ha in animo di trovare al riguardo alcuna soluzione se non, in spirito demagogico, uscire con proclami sull’onda dell’emergenza. Non si fa mai prevenzione, non si progetta una modalità di convivenza accettabile in tempi utili, così, se è vero che fu Berlusconi a vantarsi dell’ingresso dei romeni nel nostro paese, sono i nati dell’ultima ora ed inventori della tolleranza ad insegnarci le regole della convivenza civile. Possono essere credibili costoro? Conosco le argomentazioni di Berlusconi e mi rincuora il fatto che sia contrario alle “ronde”, ma gradire conoscere pure le argomentazioni a supporto dell’onorevole Livia Turco che introdusse il concetto di “tolleranza”, termine ambiguo che occorrerebbe sostituire con quello più cristiano di “accettazione”.
Si invocano regole chiare per tutti e questo è giusto, per tutti. Si diano quindi diritti uguali per tutti, per tutti senza discrimine ed a cui conseguono doveri uguali per tutti. Niente abusi edilizi, né per Noi né per Loro, niente evasioni fiscali, né per Noi né per Loro, niente illeciti né per Noi né per Loro perché questo non lo chiediamo né Noi né Loro ma una legge che c’è già e che è stata scritta.
Espulsioni senza ritorno per chi chiede di entrare nel nostro paese e delinque, ma pure apertura a costoro in ambito decisionale per fare in modo che tutti assieme Noi si possa giungere a soluzioni.

Lo ripeto, formazione di Consulte a Fermignano, una per ogni etnia, compresa quella italiana. Ogni Consulta deve avere un rappresentante eletto dai suoi membri in autonomia. Tutte le Consulte devono avere un unico coordinamento che avrà il compito di vincolare ogni parte (consulte) ad obiettivi chiari e condivisi tra tutti. Il coordinamento farà capo ad un Assessore, quindi dovrà essere inserito in Giunta e, per far fronte alle spese, potrebbe essere di suggerimento l’allargamento delle deleghe all’Assessorato alle Politiche Sociali. Questo perché a dirigere e coordinare i movimenti e le dinamiche inter-etniche deve esservi una mano istituzionale e, visto che l’immigrazione non può e non deve essere assunto come problema giudiziario e penale, la delega allargata alle Politiche Sociali mi pare sensata.

L’immigrazione, voglio rammentarlo, fece timidamente capolino nel nostro paese nei primi anni ’70 con l’ingresso sporadico e contingentato dei primi nord-africani, anni in cui altri paesi già avevano avuto a che fare con il problema in maniera molto più massiccia. Avremmo potuto apprendere dall’esperienza altrui e, sulla base di queste esperienze elaborare un progetto adeguato e lungimirante per il nostro Paese ma, come ben sappiamo noi agiamo sull’emergenza ed in quasi 40 ci siamo messi su posizioni di stallo che vedevano contrapposti un laissez-faire condito dall’ipocrisia del buonismo di maniera a sinistra, mentre a destra imperava il bieco razzismo, tutto questo mentre i cittadini, autoctoni ed immigrati, venivano esposti alle intemperie delle incapacità di gestione di un problema che aveva ed ha, in potenza, la carica esplosiva dell’odio razziale. Dov’erano allora coloro che oggi, dietro fatti particolari si richiamano a leggi speciali? E perché oggi sono gli stessi che si sono mostrati incapaci a risolvere problemi ed a prevenirli a salire in cattedra e dettare leggi a noi tutti con l’incredibile pretesa che vengano presi sul serio?

La Sinistra IDV ricorda a tutti che, evocare oggi la certezza della pena e praticare l’indulto è un fare a dir poco ossimorico.

Mirco Marchetti - IDV

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