E’ proprio vero, tutto il mondo è paese e Fermignano non è meno paese di un mondo che appare sempre più incapace di uscire dal signoraggio delle banche che oramai hanno sostituito i governi ed i poteri concessi ad essi dal popolo che dovrebbero rappresentare. La classe dei meno abbienti aumenta il suo bacino, grassi speculatori che lucrano su case che, giorno dopo giorno le banche ipotecano, amministratori che non sanno amministrare nulla se non il loro proprio personale disagio e non vedono conflitti emergenti che coinvolgono sempre più i poveri contro poveri, disagiati contro disagiati. Se Urbania appare un Comune “virtuoso”, come affermato da più testate giornalistiche nei giorni scorsi, perché a fronte di un dazio meno oneroso da pagare riesce a dare molto in termini di servizi, il terzo polo industriale della provincia, Fermignano per l’appunto, non riesce neppure a sognare un tale scenario. Tutto è fermo, per il welfare e per il comparto sociale non ci sono soldi, anzi si tenta di tagliare i servizi, le infrastrutture sono ancora il frutto della precedente amministrazione, le promesse per una piscina, per una Casa di Riposo, per il rifacimento di marciapiedi fatiscenti, rimangono promesse, d’altra parte non sono nemmeno 600 giorni che si governa questo paese e le scalinate dei minchioni, vengono ricoperte nelle loro vergogne da gelide strutture di cortiniana memoria ma che disconoscono ciò che il Bramante suggerì per questi luoghi.
Intanto i poveri fanno la guerra ai poveri e, nel dividi et impera, il Governo diviene più forte. Ieri nel Phone Center di Fermignano, frequentato da immigrati che telefonano ai loro cari congiunti, scritte xenofobe e razziste adombrate dal dileggio verso il Corano ed adornate da svastiche non fanno presagire nulla di buono. Lo stesso giorno, in un noto bar, quattro albanesi avvinazzati insultano il barista, così, tra insulti agli immigrati e immigrati che insultano, il criterio scelto per risolvere il conflitto in atto e che diverrà sempre più drammatico, è un semplice servizio d’ordine delegato a 4 o 5 agenti e la dimostrazione di un reddito che non abbia a farti ritenere come povero del tutto. Tutto questo non porterà a nulla se non ad un sempre crescente conflitto di poveri tra poveri, ma il Sindaco in tutta risposta teme, non per il paese, non per i cittadini, ma per la sua immagine affermando che qualcuno speculerà sopra queste cose. Ora, io ritengo che il problema immigrazione sia uno dei più ostici da affrontare, ma occorre lo si faccia assieme, tutti assieme, poiché se la globalizzazione è la strada scelta ed i “No global” sono per questo stati dipinti come dei destabilizzatori, allora è pur vero che solo il confronto e l’incontro con chi è differente può aver il senso dell’efficacia in un contesto di globalizzazione, in questo non ci sono vie d’uscita se non tutte le vie che evitano il confronto ed abbracciano la logica dello scontro e della violenza. Chi amministra non può sottrarsi a queste responsabilità e soprattutto non può pensare di calare decisioni importanti dall’alto senza confrontarsi con le ragioni di tutte le minoranze, sia politiche che umane poiché questo, rifuggendo i buonismi di sinistra ed i demagogismi di destra è ciò che prende senso nel fare globalizzante, miscuglio di merci e danari ma pure e soprattutto di uomini e culture.
Mirco Marchetti
Intanto i poveri fanno la guerra ai poveri e, nel dividi et impera, il Governo diviene più forte. Ieri nel Phone Center di Fermignano, frequentato da immigrati che telefonano ai loro cari congiunti, scritte xenofobe e razziste adombrate dal dileggio verso il Corano ed adornate da svastiche non fanno presagire nulla di buono. Lo stesso giorno, in un noto bar, quattro albanesi avvinazzati insultano il barista, così, tra insulti agli immigrati e immigrati che insultano, il criterio scelto per risolvere il conflitto in atto e che diverrà sempre più drammatico, è un semplice servizio d’ordine delegato a 4 o 5 agenti e la dimostrazione di un reddito che non abbia a farti ritenere come povero del tutto. Tutto questo non porterà a nulla se non ad un sempre crescente conflitto di poveri tra poveri, ma il Sindaco in tutta risposta teme, non per il paese, non per i cittadini, ma per la sua immagine affermando che qualcuno speculerà sopra queste cose. Ora, io ritengo che il problema immigrazione sia uno dei più ostici da affrontare, ma occorre lo si faccia assieme, tutti assieme, poiché se la globalizzazione è la strada scelta ed i “No global” sono per questo stati dipinti come dei destabilizzatori, allora è pur vero che solo il confronto e l’incontro con chi è differente può aver il senso dell’efficacia in un contesto di globalizzazione, in questo non ci sono vie d’uscita se non tutte le vie che evitano il confronto ed abbracciano la logica dello scontro e della violenza. Chi amministra non può sottrarsi a queste responsabilità e soprattutto non può pensare di calare decisioni importanti dall’alto senza confrontarsi con le ragioni di tutte le minoranze, sia politiche che umane poiché questo, rifuggendo i buonismi di sinistra ed i demagogismi di destra è ciò che prende senso nel fare globalizzante, miscuglio di merci e danari ma pure e soprattutto di uomini e culture.
Mirco Marchetti