Un tempo si diceva che il lavoro deve essere libero, ben pagato e pieno di senso, altrimenti è schiavitù. In base a questo, il lavavetrista che troviamo spesso ai semafori è indubbiamente uno schiavo, oltretutto mal pagato e che la gente per lo più paga per liberarsi della Sua invadente presenza. Egli è schiavo si, del crimine organizzato, ma pure della nostra ipocrisia, del nostro buonismo manierale che ci spinge ad un doppiopesismo malcelato da retaggi culturali conditi da rigurgiti retorici. Come negare il fatto che qualcuno, a suo modo ed a suo vantaggio, sfrutta la condizione umiliante e di sfruttamento in cui versano certe persone? Risulta dunque comprensibile che, non tanto quel povero cristo deve essere sanzionato, quanto invece è l'attività che, compiuta in quei termini, va perseguita, seppur ad una prima analisi, occupazione ed occupante risultino di difficile disgiunzione, e condannata nella modalità di svolgimento. Che fare quindi? Di sicuro il Sindaco di Firenze ha offerto l'opportunità di porre all'attenzione una problematica, che comunque chiede una sua risoluzione poiché qui non si parla certamente di lavoro, ma di schiavitù e, se non la si può augurare ai propri figli, non vedo perché la si debba accettare per il nostro prossimo. Iniziare col sanzionare, non tanto il praticante quanto la pratica, mi pare francamente doveroso. Non si può quindi permettere a nessuno di occupare uno spazio pubblico per imporre un servizio che nessuno tra l'altro chiede. Tutto si svolge facendo leva sul pietismo e sul poco tempo che si ha per ribattere, una sorta di frustrazione legata alla costrizione dell'attesa e che può essere curata o dall'elargizione di qualche centesimo di euro al povero cristo o dal sopraggiungere di quel verde che sdogana la condizione cui ci costringeva il frustrante rosso. Per parte mia, non so ben dire se il Sindaco di Firenze abbia fatto bene o se Cofferati abbia avuto ragione, poiché sono convinto che il problema non possa esaurirsi nel sanzionare un lavavetri al semaforo in quanto se poi non si vanno ad analizzare le cause che hanno costretto quella persona a piegarsi a certe condizioni umilianti, noi rischieremmo di trovarci davanti a simili problemi seppur in altri contesti, però sono certo che quelle condizioni non possono essere accettabili per nessuno e col lasciar fare di certo facciamo il gioco degli sfruttatori e solo degli sfruttatori, non degli sfruttati, e neppure dei cittadini per conto dei quali chiediamo di amministrare i territori, gli spazi ed i servizi.
Mirco Marchetti – IDV Fermignano
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