sabato 10 ottobre 2009

Chi è Gioacchino Genchi?

Ricordo che, il dottor Gioacchino Genchi sarà presente a Fermignano sabato 17 ottobre alle ore 21,15 presso il Salone Comunale. Mi vien detto che molti non sanno chi sia Gioacchino Genchi ma, come stupirsi? Nel paese in cui il giornale più letto è la "Gazzetta dello sport", nel paese in cui fanno più notizia e carriera i tronisti, le letterine, le paperonze ed altre puttanate varie..nel paese in cui Emilio Fede si mette a confronto con Saviano dicendo che la scorta non ce l'ha solo Saviano ma pure Lui ha la scorta ma non va a dirlo in giro .. perché meravigliarsi di tanta ignoranza? Qualcuno diceva: "Non metterti a parlare con un idiota, qualcuno potrebbe non cogliere la differenza", e sarebbe drammatico se si arrivasse a confondere fede e malafede, Fede e Saviano. Genchi va quindi conosciuto e sostenuto, poiché ignorarlo sarebbe voler concedere terreno alla mafia che, proprio dell'ignoranza e dell'indifferenza si nutre. 

martedì 6 ottobre 2009

Gioacchino Genchi a Fermignano


Si informa che,


La Segreteria dell'Italia dei Valori di Fermignano (PU) organizza, per il giorno sabato 17/ottobre/2009 alle ore 21,15 presso il Salone Comunale di Fermignano (Sala sotto il Comune) un incontro col dott. Gioacchino Genchi dal titolo: “Nuove resistenze: Intercett-Azioni”.  

In una logica di rete il territorio si incontra e si connette, "intercettando" le parti più attive e sane di un paese che "resiste" ad un processo di imbarbarimento morale che si sta attraversando, in maniera drammatica legittimato anche da certa classe dirigente ed in maniera bi-partisan. In questo e per questo, nell'incontro ha valenza il termine "intercett-azioni".

Nuove resistenze quindi, nel desiderio di costruire una rete omogenea che lungo le trame degli stessi principi costruisce l'ordito del senso del proprio combattere. 

L'ingresso è libero ed esteso a tutti, cittadini, Amministrazioni di qualsivoglia colore e fede.

Saluti,

Segreteria Italia dei Valori- Fermignano(PU)     Nodo di rete


Lo Scudo Fiscale: vizi privati e pubbliche virtù


Francamente non si comprende perché il dissenso da un comportamento non condiviso del Presidente della Repubblica in riferimento all'atto del firmare o meno la legge sullo “Scudo fiscale” che consente a mafiosi e criminali di far rientrare legittimamente in Italia capitali illeciti, divenga così blasfemo visto che si avevano tre opzioni: firmare ponendo in evidenza i punti più preoccupanti, firmare mandando un messaggio alle camere chiedendo un dibattito sul tema. Non firmare, rimandando la legge in Parlamento.

Bisogna aggiungere che i tempi erano stretti per far passare il decreto e, se non si fosse votato entro sabato esso sarebbe decaduto. Il Presidente Napolitano sceglie di firmare in prima istanza il decreto stesso. Qualcuno supplica il Presidente di non firmare ma lui risponde che, se non firmasse, il decreto tornerebbe alla Camera la quale lo riproporrebbe in seconda istanza ed a quel punto sarebbe costretto a firmarlo, quindi continua Napolitano, “..non firmare non significa nulla.” Una sorta di resa incondizionata al malaffare ed al malcostume che non lascia adito ad interpretazioni.

La legge passa alla camera con 20 voti di scarto e, tra gli altri, disertano il voto ben 23 deputati del PD. Gli assenti, nel momento in cui Di Pietro si arrabbia col Presidente Napolitano, sono proprio quelli che più si indignano, facendo quadrato attorno al Governo, ritenendo pericoloso, populista e sovversivo Di Pietro stesso. Uno con cui non fare più alleanze, uno da cui tenersi alla larga. In pratica, sono più pericolosi, per certuni, Di Pietro e l'Italia dei Valori, che i condoni sugli illeciti e il consentire a criminali di riportare in patria la refurtiva.  

Il comportamento del Presidente diviene insindacabile, quasi fosse il Padreterno, tanto che, se a gran voce si chiede la laicità dello Stato, adesso viene il sospetto che occorra battersi per la laicità dallo Stato. Taluni mettono in discussione pure Dio, ma il Presidente della Repubblica mai, il Suo giudizio diviene insindacabile ed inappellabile.

Tutto quindi dovrebbe passare nel silenzio. La firma del Presidente e l'assenza dei parlamentari al voto. Chi afferma che le assenze erano troppe per un voto così importante viene attaccato. Eppure c'era l'opportunità di costringere il Governo a porre per l'ennesima volta la fiducia legittimando l'opposizione a quel punto a chiedere le dimissioni del Governo stesso.

Se non si deve pensare a qualcosa di studiato a tavolino, si può però affermare l'incapacità dell'opposizione di fare il suo mestiere?

E' lecito, in oltre, sapere in maniera dettagliata il percorso e l'utilizzo della refurtiva una volta rientrata nel nostro paese, o mettiamo anche su questo il segreto di Stato?


Mirco Marchetti - coordinatore IdV-Fermignano