giovedì 27 dicembre 2007

Vizi privati, pubbliche virtù


E’ proprio vero, tutto il mondo è paese e Fermignano non è meno paese di un mondo che appare sempre più incapace di uscire dal signoraggio delle banche che oramai hanno sostituito i governi ed i poteri concessi ad essi dal popolo che dovrebbero rappresentare. La classe dei meno abbienti aumenta il suo bacino, grassi speculatori che lucrano su case che, giorno dopo giorno le banche ipotecano, amministratori che non sanno amministrare nulla se non il loro proprio personale disagio e non vedono conflitti emergenti che coinvolgono sempre più i poveri contro poveri, disagiati contro disagiati. Se Urbania appare un Comune “virtuoso”, come affermato da più testate giornalistiche nei giorni scorsi, perché a fronte di un dazio meno oneroso da pagare riesce a dare molto in termini di servizi, il terzo polo industriale della provincia, Fermignano per l’appunto, non riesce neppure a sognare un tale scenario. Tutto è fermo, per il welfare e per il comparto sociale non ci sono soldi, anzi si tenta di tagliare i servizi, le infrastrutture sono ancora il frutto della precedente amministrazione, le promesse per una piscina, per una Casa di Riposo, per il rifacimento di marciapiedi fatiscenti, rimangono promesse, d’altra parte non sono nemmeno 600 giorni che si governa questo paese e le scalinate dei minchioni, vengono ricoperte nelle loro vergogne da gelide strutture di cortiniana memoria ma che disconoscono ciò che il Bramante suggerì per questi luoghi.

Intanto i poveri fanno la guerra ai poveri e, nel dividi et impera, il Governo diviene più forte. Ieri nel Phone Center di Fermignano, frequentato da immigrati che telefonano ai loro cari congiunti, scritte xenofobe e razziste adombrate dal dileggio verso il Corano ed adornate da svastiche non fanno presagire nulla di buono. Lo stesso giorno, in un noto bar, quattro albanesi avvinazzati insultano il barista, così, tra insulti agli immigrati e immigrati che insultano, il criterio scelto per risolvere il conflitto in atto e che diverrà sempre più drammatico, è un semplice servizio d’ordine delegato a 4 o 5 agenti e la dimostrazione di un reddito che non abbia a farti ritenere come povero del tutto. Tutto questo non porterà a nulla se non ad un sempre crescente conflitto di poveri tra poveri, ma il Sindaco in tutta risposta teme, non per il paese, non per i cittadini, ma per la sua immagine affermando che qualcuno speculerà sopra queste cose. Ora, io ritengo che il problema immigrazione sia uno dei più ostici da affrontare, ma occorre lo si faccia assieme, tutti assieme, poiché se la globalizzazione è la strada scelta ed i “No global” sono per questo stati dipinti come dei destabilizzatori, allora è pur vero che solo il confronto e l’incontro con chi è differente può aver il senso dell’efficacia in un contesto di globalizzazione, in questo non ci sono vie d’uscita se non tutte le vie che evitano il confronto ed abbracciano la logica dello scontro e della violenza. Chi amministra non può sottrarsi a queste responsabilità e soprattutto non può pensare di calare decisioni importanti dall’alto senza confrontarsi con le ragioni di tutte le minoranze, sia politiche che umane poiché questo, rifuggendo i buonismi di sinistra ed i demagogismi di destra è ciò che prende senso nel fare globalizzante, miscuglio di merci e danari ma pure e soprattutto di uomini e culture.

Mirco Marchetti

lunedì 24 dicembre 2007

Ho perso la direzione: dove va IDV?

Ho aspramente criticato la fase costituente del PD. Non ho usato di certo parole tenere quando definivo “un’alchimia” l’unione di fatto delle due maggiori forze di centrosinistra ma, ad essere sinceri, pare che tutto ciò che si sta muovendo nel panorama politico sia ancor peggio di quel che il PD ha fatto. E’ anzitutto evidente lo spirito verticale con cui prendono le movenze i nuovi soggetti politici e non mi riferisco solo a quell’ometto che, con la scarpetta al collo e sul baule di una macchina va attirando le masse da buon imbonitore, con l’intento di trasformare l’aspetto di ciò che non renderebbe più in termini mediatici e di marketing, mi riferisco a tutti quei partiti e movimenti che senza negoziazione, né concertazione, decidono dall’alto come organizzare il futuro. Molto, è chiaro, dipenderà dalle nuove regole che, sempre dall’alto, decideranno Veltroni e Berlusconi, cioè, il Sindaco della Capitale ed un inquisito perché, si sostiene, servono larghe intese ma, non più di tanto larghe le intese perché a buon intenditor poche parole bastano. Allora tra sbarramenti ed accorpamenti, ognuno tenta di continuare ad esistere come può, magari senza badar tanto all’etica o alla coerenza, l’importante è esserci dentro.

Pure l’IDV, che con la mia faccia rappresento in questo luogo ignorato, ha la stessa vocazione al verticismo. Abbiamo chiesto, noi che ci riconosciamo nei valori che lungo il cammino della storia ha veicolato la sinistra, un congresso Nazionale affinché le nostre istanze venissero ascoltate. E’ stato seccamente risposto: “NO” senza motivazione alcuna. Non resta che prender atto che forse le nostre ragioni non interessano ed il sospetto che qualcuno abbia deciso per nostro conto diviene ben più che reale ma, se seggo nel “Tavolo Provinciale” e non so neppure cosa si è scelto, mi chiedo e vi chiedo, a cosa serve la mia presenza? Non sono di certo il tipo che accetta di tutto per mero spirito di appartenenza se, tra l’altro, mi si chiede di appartenere ad un qualcosa che non sono tenuto neppure a determinare a costruire, né tantomeno faccio politica perché ho ricevuto favori da qualche politico o da qualche partito, se mi impegno e dedico tempo al contribuire alla gestione del territorio in cui vivo è perché nutro una forte passione per la gestione della cosa pubblica, per la lotta alla concessione di maggiori diritti a coloro i quali, una società orientata fortemente al profitto ha relegato in piccoli spazi marginali perché non sono più in grado di produrre, e mi riferisco ai disabili, agli anziani, ai poveri, tutti coloro i quali, per intenderci , che invece una politica virtuosa dovrebbe sostenere. Mi sono sempre trovato a mio agio a sinistra avendo avuto l’impressione fosse più attenta ai bisogni di queste persone e credevo che un cuore di sinistra fosse legittimato a battere anche all’interno dell’IDV, anche questo avrei voluto dire al Congresso che non ci hanno concesso. Ed allora, cittadini, simpatizzanti, iscritti, dove stiamo andando? Nel ruolo che rivesto avrei il dovere di dirvelo per tempo e di rendervi partecipi cercando di ascoltare le vostre perplessità ma, con vergogna dico che io non lo so e non so neppure chi possa dirvelo ma di una cosa sono certo ed è giusto voi lo sappiate, se non sono tenuto a saperlo io, di rimando i vertici IDV suppongono non siate neppure tenuti voi a saperlo e di probabile rimane il fatto che, tutto è già stato deciso.
Personalmente non so se continuerò ad abitare l’IDV da ospite silente o se riprenderò a fare l’indipendente che guarda a sinistra con simpatia, devo però dirvi che con molta probabilità si organizzerà, se le forze ce lo permetteranno, un incontro il 20 gennaio a Bologna assieme a Sinico e Benni i quali stanno ipotizzando, su riflessioni simili alle mie, scenari diversi per tutti coloro che, invece di far parte di un partito che si dichiara “del fare”, vogliano far parte di un partito che si prodighi verso tutte quelle cose che, “non si possono non fare”.
Al momento e unendo il pensiero verso coloro che sono meno fortunati di noi, torno a rifare gli Auguri per un:

Buon e Sereno Natale ed
un Felice Anno Entrante
(sempre che riesca a passare eventuali soglie di sbarramento)

Mirco Marchetti

venerdì 21 dicembre 2007

Buone Feste


Contro tutti gli extracomunitari del pensiero e contro coloro i quali risiedono, senza permesso di soggiorno, nei meandri della ragione:

                                        Comunque la si pensi, purché…la si pensi

                                                                     Auguro


                                      Buon Natale ed un Felice Anno Nuovo

Mirco Marchetti











sabato 15 dicembre 2007

Openpolis: un progetto di informazione politica da guardare con interesse


Openpolis è un progetto, per quel che sono riuscito a capire, che ha come obiettivo l’informazione politica aperta; un’informazione che cresce attraverso il contributo di tutti gli utenti registrati. Il sistema ad ora usato è il sistema wiki, un software che permette, al momento ad un numero di utenti limitato visto che si è in fase di progettazione, di inserire nuovi contenuti e modificare quelli precedenti con l’intento di correggerli su inesattezze.
Conoscere i nostri rappresentanti, vincolarli a ciò che dichiarano, seguire le carriere e lo sviluppo di ognuno.

Personalmente sono inserito in una mailing list che ne segue gli sviluppi e trovo il progetto di un certo interesse e sono convinto che, se è vero come è vero, che i mezzi tecnologici hanno indubbiamente dei riscontri sul fronte umano e sociale, ritengo altresì credibile che essi possano e debbano toccare pure quel comparto apparentemente meno influenzato da dinamiche ambientali; la politica per l’appunto.
Per intenderci meglio pubblico una delle tante e-mail pervenutemi attraverso la maling list, dove vengono meglio delineati gli intenti di Openpolis ed i futuri sviluppi:

“Lo scopo e' permettere agli iscritti a questa mailing list di provare il
sistema e segnalarci in lista eventuali malfunzionamenti, modifiche,
critiche, entusiasmi. Allo stato attuale il sito è un guscio vuoto
destinato ad essere riempito e animato dai contributi degli utenti. Quindi
usate il sito, pubblicate le dichiarazioni dei politici, taggatele,
verificate gli incarichi, aggiungetene di nuovi, segnalate errori, etc.
Insomma cerchiamo di capire se il meccanismo può funzionare, se può
innescare la curiosità e la voglia di usarlo.

Questo il calendario delle prossime uscite:

- dicembre 2007: openpolis 1.0 alpha - test del sistema, correzione
malfunzionamenti, cambio di homepage, deploy su nuove server.
Registrazione solo per iscritti mailing list.
- gennaio 2008: openpolis 1.0 beta - lancio ufficiale del sito,
registrazione aperta e campagna di comunicazione
- marzo 2008: openpolis 1.0 - aggiunta nuove funzionalita'”



Mirco Marchetti

domenica 9 dicembre 2007

Inciuci


Riceviamo dal Signor Ugo Cortesi questa segnalazione. Ci era sfuggita. E solo un occhio attento poteva rilevarla. Non a caso. Perchè si tratta di un vero e proprio tentativo di scasso “a mano finanziata”, con dolo, anche se senza effrazione. Un pò d’attenzione ai trucchi che vengono usati per fregare il pubblico. Si tratta della cosiddetta finanziaria, emessa dal governo di lor signori che formalmente si chiama ancora di centro sinistra. Per meglio dire si tratta del Decreto legge 1 ottobre 2007, n.159 che è il collegato della finanziaria.

Al quarto comma dell’art. 16 si affrontano le “Disposizioni in materia di sistema digitale terrestre”. Mentre il signor Cortesi racconta ed enumera, noi cominciamo a sentire puzza di bruciato.

Un normale cittadino, che legga le righe seguenti, non ci capirebbe niente. Sono scritte apposta perchè nessuno, o quasi, ci capisca niente. Così si può farla franca, e, in genere, la fanno franca. Ed ecco le righe in questione, fatevi forza:

All’articolo 2 -bis , comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, come modificato dall’articolo 19, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, le parole: «entro l’anno 2008» sono sostituite dalle seguenti: «entro l’anno 2012 ”.

A occhio e croce chi riesce a superare i “decreti”, le “conversioni””, le successive “modificazioni” e a mettere in ordine le date, capisce che una certa cosa, che doveva avvenire “entro l’anno 2008″, avverrà adesso “entro l’anno 2012″.

E che cos’è questa cosa che slitta? Nientepopodimeno che il passaggio della Terza Rete della Rai e della Rete Quattro di Mediaset sul satellitare.

Adesso tutto è chiaro. Il governo di centro sinistra, alla chetichella, sta regalando a Berlusconi altri quattro anni di sontuosa pubblicità, per svariate centinaia di milioni di euro. Naturalmente per fare questo disattende tutti i suoi impegni con gli elettori e contribuisce a eludere le sentenze della Corte Costituzionale. Cioè il governo, di nascosto, viola la legge.

E non vorremo mica pretendere che lo faccia alla luce del sole!

Infatti ci riesce. Nessun giornale, nessuna tv sembra essersi accorta della nube fumogena che è stata inserita nel decreto. Forse distratti, forse complici, forse entrambe le cose, a turno.

E poi ci vengono a dire che, se cade il governo Prodi, c’è il rischio che venga Berlusconi. E, nel frattempo, loro si mettono d’accordo con Berlusconi alle nostre spalle.

Un trucchetto molto simile a quello della precedente finanziaria, quando, sempre alla chetichella, qualcuno introdusse un comma che avrebbe eliminato i reati di corruzione nel pubblico impiego.

In quel caso, come in questo (ancora grazie signor Cortesi!) qualcuno se ne accorse e scoppiò lo scandalo.

Adesso lo scandalo non è ancora scoppiato e vorremmo che i parlamentari della sinistra (e quelli onesti che ancora siedono, non importa dove, negli scanni del Parlamento) lo facessero scoppiare, lo bloccassero, lo impallinassero.

E poi bisognerebbe sapere anche chi ha scritto quelle righe e per ordine di chi.

Cosa ha dato in cambio Berlusconi? Sarebbe interessante saperlo. Quanti altri mesi di tregua? Quali altri inciuci nei mesi a venire?

E poi dobbiamo leggere i soloni del giornalismo italiano (una pattuglia dei quali, al comando del caporale D’Avanzo, è saldamente dislocata nelle trincee del nuovo organo del Partito Democratico, cioè La Repubblica ), che parlano di “barbarie” quando Santoro si permette di trattare da malfattori coloro che fanno le malefatte.

Sveglia compagni! Il 20 si scenda in piazza non solo per il welfare, ma anche per dire che è ora di finirla con i trucchi.

Giulietto Chiesa

mercoledì 5 dicembre 2007

Tradizione e modernità


SECOND LIFE, DI PIETRO: NOI "TARDONI" DOBBIAMO MODERNIZZARCI

(9Colonne) Roma, 4 dic- "Non ci sono alternative: o si sale sulla barca del futuro, o si resta sulla spiaggia del passato. Io ho scelto il futuro e sono sbarcato su Second Life". Con queste parole Antonio Di Pietro apre l'intervista che sarà pubblicata domani su FastLife, la webzine di Fastweb dedicata alle tribù digitali. Il ministro delle Infrastrutture è entrato a pieno titolo nel gruppo dei protagonisti del Web 2.0 perché è stato il primo politico italiano a sbarcare su SL. Di Pietro descrive con preoccupazione lo scenario del rapporto tra politica italiana e internet: "E' un dato oggettivo che la politica italiana si ostini a non riconoscere l'importanza della Rete come mezzo di comunicazione con i cittadini. Forse perché alcuni politici ignorano le potenzialità della stessa o, non conoscendola appieno, ne sono intimoriti. Un ulteriore passo indietro che accentua ancor più il profondo divario, tutto italiano, tra sfera pubblica e privata". Per questo non esita a sollecitare i suoi colleghi parlamentari - definiti come "tardoni della politica" - "a modernizzarsi per dialogare direttamente con i cittadini e mettersi al passo con loro". Di Pietro passa poi a bacchettare l'informazione tradizionale, esaltando invece Second Life, che rappresenta uno "spazio ideale, aperto, nel quale il cittadino-avatar ha la possibilità di dire la propria anche per quanto riguarda la politica, contribuendo a diffondere un'informazione vera, senza l'intermediazione dei media".



domenica 2 dicembre 2007

Gli ideofagi: Quando la ragione spegne il suo lume


Viviamo oggi in un periodo di forti conflitti che sfociano, spesso e volentieri, in palesi contraddizioni. I cittadini chiedono alla classe dirigente un maggior rigore morale che evidenzi, nella sua esemplarità, una condotta da emulare. In vero, è proprio la classe dirigente che, asservita ai sondaggi, ai numeri, si allinea alle tendenze che giornalmente spuntano come funghi, ben lungi dal proporsi quale esempio di rigore etico e morale, assecondando tutte le spinte che dal basso si affacciano nel tetro oblio dell’antiideologia.

Piero Benedetti, ben distinguendosi da questo degrado morale che assale pure la Politica odierna e che appare discostarsi dalla sua vocazione originaria allontanandosi pure dai contenuti primari, nell’Iniziativa presa da “Il Vascello” (Associazione dei Tavoli Tematici), attraverso un escursus storico fatto di filmati d’epoca intramezzati da sue riflessioni, ridona alla politica quella energia senza la quale essa perderebbe ogni senso etico e morale. Pur nella contrapposizione ideologica, Berlinguer e Zaccagnini riuscivano ad infondere nei cittadini una passione oggi non comuni. Vi era allora, un’idea di un mondo possibile pur nelle contrapposizioni, ciò rendeva possibile sognare possibili alternative percorribili. Purtroppo oggi la politica, e questo non può che insinuare in essa il germe dell’inadeguatezza allo scopo, non si prefigura scenari possibili, non delinea un percorso praticabile, non segna una strada, perché nell’acclamazione di tutti alla semplificazione in una società iper-complessa, si persegue la strada della rinuncia ideale per abbracciare quella fondata su un oscuro concetto che vorrebbe fondare tutto sul tecnicismo freddo. Stiamo passando dal periodo in cui il positivismo fu detto ingenuo ad uno in cui il pragmatismo gira le spalle alla propria Anima. Tutto questo è ben visibile, basta guardarsi attorno, le città che costruiamo hanno abbandonato il senso estetico per far posto ad un concetto indirizzato sulla funzionalità pratica, una praticità tra l’altro indirizzata verso un potere condito da logiche di profitti. Così, se provocatoriamente andassi affermando che l’estetica è l’etica della forma, osservando il degrado in cui versano le nostre città asservite ad un brutto funzionale, mi farei pure convinto che dietro i grigi palazzi che continuiamo a costruire manca un’anima, un’idealità da perseguire, cosa che invece imperava ed era prioritaria nell’urbanistica del rinascimento. Quelle città siamo noi, con i nostri centri storici, pieni di suggestioni, di mistiche speranze e di passioni, ma simulacri di un potere che quei luoghi ha da tempo occupato, quindi accanto ad essi, le città ci offrono la visione dell’uomo moderno, freddo, pragmatico, orientato ai profitti, con le banche, i palazzi, le fabbriche, i negozi. Tra i due mondi non vi è comunicazione, il nuovo mantiene il vecchio solo per far credere che un’anima l’abbiamo pure adesso, e la facciamo vedere all’ignaro turista solo per decenza verso noi stessi ed in un clima auto consolatorio.

Di Pietro ha detto ieri, riguardo il futuro dell’DV che: “siamo un partito post-ideologico”, ma cosa significa questo concetto? Ha pure detto che siamo anti-nazisti ed anti-fascisti e che la nostra naturale collocazione sarebbe nel PD, ma che in questo momento l’IDV valuta solo su base programmatica, non ideologica, le possibili alleanze locali mantenendo ferma la sua identità. Va tutto bene, ma occorre un approfondimento.
Questo post-ideologismo, ad esempio, come può essere assunto se le varie ideologie che hanno caratterizzato le intenzioni delle varie anime del passato, non si sono mai parlate? Fino ieri eravamo tutti anti qualcosa, poi, d’un tratto, cancelliamo la nostra storia in maniera veloce e superficiale ed abbracciamo qualcosa che vorrebbe essere nuova ideologia, la post-ideologia per l’appunto, senza approntare in alcuna sede un’opportuna discussione che, forte del substrato culturale che negli anni ci ha caratterizzato, si dirigesse verso la costruzione di una nuova anima ecumenica. L’IDV dichiara, o per lo meno lo dichiarano alcuni appartenenti, di essere il partito dell’Etica e di rifuggire al rumore dell’ideologia, ma se l’Etica ha quale missione il discernimento del bene dal male, in nome di cosa mi dovrei allontanare da un costrutto ideologico che, tra l’altro è il terreno su cui si costruisce un’Etica? Tutti hanno una loro Etica, pure Hitler l’aveva, ma il terreno culturale ed ideologico su cui fondava quell’etica era per me raccapricciante.

Così oggi c’è chi evoca l’etica, chi la libertà, chi la democrazia, chi l’accettazione trascendente ad una volontà suprema e superiore. Ma tutto vive nel solo aspetto evocante dei termini. Pure la Fede è divenuta consuetudine abbracciando un rigido pragmatismo e la secolarizzazione ce ne rende evidenti gli effetti anche sul versante artistico.

A Fermignano, il periodo di crisi si è tradotto in lacerazioni drammatiche, in “conflitti tra fratelli” ma, nelle ceneri si intravvede una nuova rinascita, sono nate nuove aggregazioni, talune giudicate pure insolite, come il patto programmatico che l’IDV condivide, in loco, anche con forze della sinistra più radicale, in una logica per cui ognuno possa contaminare l’altro, ma pure il PD, con le nuove figure emergenti che cominciano ad esprimersi nelle linee guida, mi pare si indirizzi verso il tentativo di ridonare nuova linfa ad una politica che, invece, parrebbe indirizzarsi verso un disimpegno drammatico perché funzionale alla sola logica dei profitti privati.

Credo che, con persone non comuni come Piero Benedetti, collante dell’intera Unione per Fermignano, con la nascita di Sinistra per Fermignano (federazione di soggetti su basi programmatiche ma volte alla ricerca di nuove idealità) e con il nuovo PD che attraverso i nuovi ingressi in ambito dirigenziale ricerca nuove vie di senso nel fare politico, noi si possa cominciare ad essere d’esempio anche per chi crede non sia più possibile sognare un futuro diverso solo perché il passato, come diceva qualcuno non ci appartiene ed è solo il presente ad essere attuale. Teniamoci ben strette figure come Piero Benedetti, ricche di umanità, di sensibilità verso i più poveri, i meno abbienti, i più sfortunati, perché chi riesce ancora ad essere sensibile verso la condizione di costoro riesce ad adoperarsi sognando e facendo sognare un futuro in cui sia possibile un mondo più giusto per tutti. Per questo, io, oggi, a Fermignano-Urbino ho visto riaccendersi in me il lume della speranza rinvigorito da una utopia che coltivo e che nessuno potrà mai farmi apparire obsoleta, poiché è solo in base ad essa che io riesco a muovermi con coerenza.

Saluti,
Mirco Marchetti



sabato 1 dicembre 2007

Rassegna Stampa: IDV Comunica

CENTRO: DI PIETRO, DIALOGO A 360 MA SENZA ETICHETTE
Roma, 30 nov. (Adnkronos) - "Noi dialoghiamo a 360 gradi. Lasciando le porte aperte a tutti ma rifiutiamo ogni tipo di etichetta". Cosi' Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, risponde ai giornalisti in una conferenza stampa quando gli chiedono di commentare il progetto politico della cosiddetta 'cosa bianca'. Negli ultimi giorni le indiscrezioni parlano di continui contatti tra l'IdV e vari esponenti dell'area moderata che fa capo alla cosiddetta 'cosa bianca' a cominciare da Bruno Tabacci e Mario Baccini, parlamentari dell'Udc firmatari del 'Manifesto di Subiaco'. L'ex pm dice di non voler stare dietro "ai boatos. Abbiamo deciso di mantenere una regola di comportamento precisa: gli accordi politici prima si fanno e poi si dicono. Noi manteniamo il dialogo con tutti. E con chi dialoghiamo lo renderemo noto noi stessi altrimenti verra' considerato un semplice boatos di cui non ci assumiamo responsabilita'. In realta' -ammette- il confronto lo stiamo portando avanti con tanti. Ma rifiutiamo ogni etichetta".

CENTRO: DI PIETRO, DIALOGO A 360° MA SENZA ETICHETTE (2)
(Adnkronos) - L'Italia dei Valori, sottolinea Di Pietro, "e' impegnata a dialogare con tutti ma rifiutiamo chi ci vuole collocare come soggetto di centro, di destra o di sinistra. Noi ragioniamo per valori e per programmi e non per appartenenze ideologiche". E' in corso un confronto, spiega l'ex pm, anche con i moderati, ma questo non significa che il mio partito "partecipi o sia fautore della 'cosa bianca', rossa o verde che sia. Siamo una realta' post ideologica e al momento stiamo dialogando con tutti, con tante persone, senza etichette". Gli fa eco Leoluca Orlando portavoce del partito: "Noi siamo per una cosa nuova che vuole fare". Il ministro delle Infrastrutture parla delle future alleanze elettorali in vista delle amministrative: "Proprio in nome della politica del fare vogliamo dialogare con tutti" e il banco di prova saranno proprio le amministrative "vogliamo dialogare comune per comune e provincia per provincia con tutte le forze politiche che vogliono dialogare con noi -assicura l'ex pm- apriremo per primi la porta al Pd e poi a tutti gli altri sulla base di programmi e di proposte concrete".