lunedì 24 dicembre 2007

Ho perso la direzione: dove va IDV?

Ho aspramente criticato la fase costituente del PD. Non ho usato di certo parole tenere quando definivo “un’alchimia” l’unione di fatto delle due maggiori forze di centrosinistra ma, ad essere sinceri, pare che tutto ciò che si sta muovendo nel panorama politico sia ancor peggio di quel che il PD ha fatto. E’ anzitutto evidente lo spirito verticale con cui prendono le movenze i nuovi soggetti politici e non mi riferisco solo a quell’ometto che, con la scarpetta al collo e sul baule di una macchina va attirando le masse da buon imbonitore, con l’intento di trasformare l’aspetto di ciò che non renderebbe più in termini mediatici e di marketing, mi riferisco a tutti quei partiti e movimenti che senza negoziazione, né concertazione, decidono dall’alto come organizzare il futuro. Molto, è chiaro, dipenderà dalle nuove regole che, sempre dall’alto, decideranno Veltroni e Berlusconi, cioè, il Sindaco della Capitale ed un inquisito perché, si sostiene, servono larghe intese ma, non più di tanto larghe le intese perché a buon intenditor poche parole bastano. Allora tra sbarramenti ed accorpamenti, ognuno tenta di continuare ad esistere come può, magari senza badar tanto all’etica o alla coerenza, l’importante è esserci dentro.

Pure l’IDV, che con la mia faccia rappresento in questo luogo ignorato, ha la stessa vocazione al verticismo. Abbiamo chiesto, noi che ci riconosciamo nei valori che lungo il cammino della storia ha veicolato la sinistra, un congresso Nazionale affinché le nostre istanze venissero ascoltate. E’ stato seccamente risposto: “NO” senza motivazione alcuna. Non resta che prender atto che forse le nostre ragioni non interessano ed il sospetto che qualcuno abbia deciso per nostro conto diviene ben più che reale ma, se seggo nel “Tavolo Provinciale” e non so neppure cosa si è scelto, mi chiedo e vi chiedo, a cosa serve la mia presenza? Non sono di certo il tipo che accetta di tutto per mero spirito di appartenenza se, tra l’altro, mi si chiede di appartenere ad un qualcosa che non sono tenuto neppure a determinare a costruire, né tantomeno faccio politica perché ho ricevuto favori da qualche politico o da qualche partito, se mi impegno e dedico tempo al contribuire alla gestione del territorio in cui vivo è perché nutro una forte passione per la gestione della cosa pubblica, per la lotta alla concessione di maggiori diritti a coloro i quali, una società orientata fortemente al profitto ha relegato in piccoli spazi marginali perché non sono più in grado di produrre, e mi riferisco ai disabili, agli anziani, ai poveri, tutti coloro i quali, per intenderci , che invece una politica virtuosa dovrebbe sostenere. Mi sono sempre trovato a mio agio a sinistra avendo avuto l’impressione fosse più attenta ai bisogni di queste persone e credevo che un cuore di sinistra fosse legittimato a battere anche all’interno dell’IDV, anche questo avrei voluto dire al Congresso che non ci hanno concesso. Ed allora, cittadini, simpatizzanti, iscritti, dove stiamo andando? Nel ruolo che rivesto avrei il dovere di dirvelo per tempo e di rendervi partecipi cercando di ascoltare le vostre perplessità ma, con vergogna dico che io non lo so e non so neppure chi possa dirvelo ma di una cosa sono certo ed è giusto voi lo sappiate, se non sono tenuto a saperlo io, di rimando i vertici IDV suppongono non siate neppure tenuti voi a saperlo e di probabile rimane il fatto che, tutto è già stato deciso.
Personalmente non so se continuerò ad abitare l’IDV da ospite silente o se riprenderò a fare l’indipendente che guarda a sinistra con simpatia, devo però dirvi che con molta probabilità si organizzerà, se le forze ce lo permetteranno, un incontro il 20 gennaio a Bologna assieme a Sinico e Benni i quali stanno ipotizzando, su riflessioni simili alle mie, scenari diversi per tutti coloro che, invece di far parte di un partito che si dichiara “del fare”, vogliano far parte di un partito che si prodighi verso tutte quelle cose che, “non si possono non fare”.
Al momento e unendo il pensiero verso coloro che sono meno fortunati di noi, torno a rifare gli Auguri per un:

Buon e Sereno Natale ed
un Felice Anno Entrante
(sempre che riesca a passare eventuali soglie di sbarramento)

Mirco Marchetti

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