domenica 5 agosto 2012

Uffici postali a rischio nella provincia

Da "Democrazia diretta Pesaro" ricevo ed inoltro condividendone in toto i contenuti.

"Pochi giorni fa commentavamo negativamente la proposta di chiudere il tribunale di Urbino (anche quello di Fano risulterebbe a rischio), oggi rispediamo al mittente il progetto di chiusura di 15 uffici postali nella nostra provincia.

Poste Italiane ivia ogni anno all’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) la lista degli uffici postali antieconomici. Siamo andati a guardare, ed ecco qua la lista nera per la nostra provincia:

PESARO – VIA DEI CACCIATORI SALTARA CARTOCETO BELVEDERE FOGLIENSE TAVULLIA CALMAZZO FOSSOMBRONE CASTELVECCHIO MONTE PORZIO FIORENZUOLA DI FOCARA PESARO ISOLA DI FANO FOSSOMBRONE PETRIANO PIANELLO CAGLI PIEVE DI CAGNA URBINO SASSOCORVARO SASSOFELTRIO SCHIETI URBINO SERRUNGARINA

L’elenco completo degli uffici a rischio chiusura in tutta Italia è scaricabile qui:

http://www.aciclico.com/moduli-download/uffici_postali.pdf

Quando in paese arrivava l’ufficio postale, arrivava la civiltà e il progresso. Gli uffici postali rappresentano servizi preziosi per la popolazione, soprattutto per gli anziani e chi ha difficoltà a spostarsi.

Oggi c’è stata l’involuzione del servizio postale, gli uffici sembrano sportelli bancari dove si fanno versamenti e prelievi, si aprono conti, si rilasciano bancomat e si fanno contratti per i cellulari. Nulla a che vedere con la spedizione di corrispondenza o merci.

Dal febbraio 1998, Poste Italiane sono diventate una società per azioni. Una volta privatizzata, lo scopo della società diventa generare utili e non erogare servizi. Seguendo questa logica, un ufficio che non raccolga adesioni per conti correnti risulta antieconomico e va chiuso, con buona pace della pubblica utilità. Ennesimo esempio del pessimo servizio che hanno reso le privatizzazioni dello scorso decennio. Ora bisogna salvare il salvabile e vedere come mantenere in esercizio questi 15 uffici a rischio.

Leggiamo dell’impegno della Provincia e siamo sicuri che il presidente Ricci darà battaglia. In ogni caso, siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è sicuramente meglio, perchè non mobilitare un gruppo di cittadini contrari alla progressiva soppressione dei servizi nella nostra provincia? Oggi chiudono, tribunali e uffici postali, domani chiuderanno ospedali e scuole perchè sull’altare del profitto, tutto sembra sacrificabile. Ogni volta che non facciamo sentire la nostra voce, ci viene sottratta una parte della nostra quotidianità. Siamo oltre l’allarme, oltre il pericolo, siamo al si salvi chi può, perciò ognuno faccia la sua parte perchè tirare i remi in barca non è più possibile. Quello che non sono stati in grado di fare politici e amministratori dovranno farlo i cittadini."

Democrazia Diretta subito!

giovedì 21 giugno 2012

Il grido del gabbiano

Il grido del gabbiano, nella sua linea editoriale, si distacca da ogni partito e da ogni movimento politico, rivendicando piena autonomia nel trattare le questioni locali ed ispirandosi unicamente ai principi costituzionali. Chiaramente si da ospitalità a tutti coloro i quali hanno in animo il pubblicare critiche o proposte che vadano verso il bene comune. Per chi avesse intenzione il pubblicare qualche pezzo, corredato di firma in calce e, se possibile numero di cellulare, prego inviare il tutto a:

info@mircomarchetti.it

in modo possa passare all'approvazione. Per le risposte agli articoli, tutti possono scrivere, anche in forma anonima, riservandoci però il diritto di eliminare quei post che non rispondono alle normali regole di buona educazione, ovvero la netiquette.

Fermignano e il caso-LAR

Vorrei, tanto per ripercorrere un po' la storia politica bramantina, tornare a parlare della “LAR” e delle vicissitudini nel tempo susseguitesi. La zona, essendo zona di degrado, partecipò attraverso un progetto ai patti di quartiere, onde avere un finanziamento pubblico a supporto. Per potervi aderire, occorreva dimostrare il reale degrado della zona, cosa facilmente dimostrabile per altro, ed un progetto orientato alla bioedilizia. Sarebbero stati promossi anzitutto i progetti provenienti dalle città più grandi, per poi, via via, passare in rassegna le città più piccole. Vennero approvati 11 progetti e Fermignano si piazzò al 17° posto. Con molta probabilità, nel giro di 2 o 3 anni anche per Fermignano sarebbe arrivato il finanziamento pubblico che avrebbe, ad esempio, calmierato anche i prezzi delle case. Sopraggiunse però l'amministrazione Cancellieri, era il 2006 e si disse che non si aveva alcuna intenzione di attendere per altri anni. Il comune vendette ad un imprenditore privato parte del terreno, si parlò di oltre 60 appartamenti, alcuni palazzi, centri commerciali, due piazze … “la vela”, poi giudicata inagibile e demolita. Ora, a distanza di quasi 7 anni, abbiamo a Fermignano come arredo urbano un cantiere perennemente aperto, fermo e la cui inamovibilità è caratterizzata dall'altissima gru che sovrasta i tetti delle case dei cittadini che si sono visti, non solo perdere l'accesso ad un finanziamento pubblico che, data la crisi, non avrebbe stonato, ma anche la mancata promessa, come lo è la Casa di Riposo, il rifacimento della Piazza … di avere zone meglio attrezzate a presentare una Fermignano orientata al ben-essere ed al bell-essere.