mercoledì 10 febbraio 2010

Luigi De Magistris al Congresso e su "caso De Luca"

 

Dal Blog di De Magistris post del 10/02/2010


Francamente non capisco (Luigi De Magistris)


Notabile incapace di ragionare da leader, aspirante segretario trombato al congresso, rivale di Antonio Di Pietro disponibile ad iscriversi al partito solo in cambio di una 'poltrona' interna. Francamente non capisco e non capisco, forse, perché la mia idea della politica come partecipazione e ricerca del bene comune mi porta a non accettare la distorsione del dibattito che gravita intorno al mio partito. Dico "mio" perché vorrei sia chiaro che l'IdV mi ha scelto ed io l'ho scelta. E' in questa formazione che sono stato eletto al Parlamento europeo ed è in questa formazione che intendo stare e a questa formazione che voglio iscrivermi. La tessera IdV non è subordinata a nessuna nomina a segretario o quant'altro, semplicemente avverrà con un evento pubblico e di partito, per cui sono sempre stato a disposizione. Lo avevamo deciso con Antonio Di Pietro e con lui stabiliremo tempi, luogo e modalità per farlo. Già Antonio Di Pietro, il presidente il cui ruolo non ho mai messo in discussione. Sono stati altri -media e non solo- che fin dall'inizio hanno alimentato un "fratelli-coltelli" che non esiste. Come in ogni partito, sanamente, ci sono posizioni diverse e la differenza, che è ricchezza soprattutto in politica, non va criminalizzata. La scelta di appoggiare De Luca come candidato alla guida della Campania non mi vede d'accordo, perché la questione morale è pre-politica e non può esser sacrificata. Pur tuttavia riconosco a Di Pietro il travaglio della scelta, dettata dal fatto che riveste un ruolo politico che in alcuni momenti può comportare una mediazione difficile: quella fra "ragione e sentimento", ideale e pragmatismo. Perciò farò campagna elettorale per il mio partito, ma non per De Luca, senza per questo gridare al tradimento. Ribadisco poi che non potevo fare diversamente: lasciare il Parlamento europeo per un'altra missione, quale appunto la corsa alla Regione Campania, significava tradire il mezzo milione di persone che mi hanno votato consentendomi di portare avanti un lavoro che è appena iniziato ma che è importantissimo: lotta alle mafie, allo scudo fiscale, alle frodi e alla corruzione, contro il razzismo, per l'adozione di risoluzioni a tutela dell'ambiente e altro. Abbandonare tutto questo avrebbe significato alimentare quella politique politicienne paludata che non mi convince e non mi appartiene. L'IdV sta pagando il prezzo di aver difeso la Costituzione e la democrazia ed è per questo sempre assediata da più fronti. Il prezzo del rinnovamento per una classe dirigente trasparente che sia degna del Paese, che ho sempre sostenuto essere una sfida di tutti anche del nostro partito, evidentemente è una minaccia per tanti, troppi. Ma per questo si deve andare avanti. In acque calme, del resto, sono tutti bravi timonieri.