lunedì 29 giugno 2009

Stabilizzazioni


(Scalinata dei minchioni)

fu

Scalinata Don Minzoni

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Tra molteplici intenzioni

ed idee che paion nuove

noi restiamo dei minchioni

lo scalino non si muove.

Se sarà anfiteatro

o 'na pista per sciare

se non trovo posto al prato

mi par luogo per pisciare.

Non si vol polemizzare

ma neppur passar da fesso

lo si vol stabilizzare

ma per ora resta un cesso. 

(mirco)

sabato 27 giugno 2009

A bocca aperta



Anche se non sapete come e neppure con cosa .. spendete e fate come se nulla attorno a voi stia succedendo. Chi vende ha bisogno di chi compra e, come ogni cosa, pure le illusioni hanno un costo. Se vi lamentate vi chiuderanno la bocca, ma di certo non le tasche ... anche loro, come i lavoratori, "flessibili in uscita" ma non in .. entrata..

(mirco)

mercoledì 24 giugno 2009

Puttanate



La vignotta                                                                                                                        (mirco)

martedì 23 giugno 2009

Tra patti con i cittadini e patti di stabilità


Italia dei Valori – Fermignano


In risposta all'articolo del vicesindaco Andrea Guidarelli apparso oggi 23/06/2009 sul Corriere Adriatico in cronaca di Fermignano a fronte dell'articolo su "La scalinata dei minchioni".

N.B L'articolo cui qui do risposta, potete leggervelo pure tra i commenti al post precedente a questo e che è, per l'appunto intitolato "la scalinata dei minchioni"

Risposta:

Intanto mi è doveroso ringraziare l'Assessore Guidarelli per la pronta risposta datami e che mi consente una pronta controreplica. In qualità di coordinatore dell'IdV di Fermignano occorre io premetta che, non la fortuna dell'IdV è nata sugli illeciti altrui, quanto invece è da evidenziare, la sfortuna nell'avere sul territorio una forza come la nostra che squalifica chi di illeciti si nutre. Nel farci partito, essendo un movimento verso cui crescono consensi, e cercando di strutturarci nel territorio, si tratta di riprendere la questione morale posta anni or sono da Enrico Berlinguer tentando di smontare tutte le commistioni poste in essere tra apparati pubblici e burocorporazioni da un lato o interessi privati dall'altro a detrimento sempre dei pubblici interessi. Detto questo, e seguendo l'Assessore Guidarelli sul patto di stabilità, ricordo che tale patto è stato portato a prassi nel lontano 1999 e preso in pretesa di giustificazione da ogni Amministrazione succedutasi nel tempo per giustificare certe mancanze e mi pare che lo stesso Guidarelli parli lo stesso identico linguaggio delle passate amministrazioni che, con uguali argomenti, venivano da lui criticate per non saper portare a compimento certi servizi o certe infrastrutture a Fermignano. C'era sempre come escamotage il “patto di stabilità”.

Per ciò che attiene invece alla pretesa riconoscenza di serietà nel non aver informato sulle intenzioni future prima delle elezioni, anche riguardo possibili sviluppi progettuali della scalinata Don Minzoni, posso capire e convenire, ma allora pretendo mi si giustifichi l'azione di questa amministrazione, di aver inaugurato in pompa magna il centro per disabili gravi sito in località San Silvestro di Fermignano ed a cui è stato dato il nome di “Casa del Sole”, due mesi prima delle elezioni ed a tutt'oggi non ancora aperto. Un servizio sociale dovuto a cittadini in difficoltà e per cui si ebbe un contributo regionale di circa 150.000 euro. Se all'inaugurazione del centro, avvenuta guarda caso a ridosso delle elezioni, non segue l'apertura, mi si dica quale messaggio ha voluto veicolare l'inaugurazione stessa, alla popolazione, se non volessi pensare maleficamente che essa sia stata una bieca misura propagandistica e se non volessi pensare che quei soldi sono stati spesi in altra maniera. Ed io non voglio pensare a questo, quindi mi si chiarisca il fatto poiché sono un cittadino ed in quanto tale subisco pure io il patto di stabilità.  

Saluti,
Mirco Marchetti coordinatore IdV-Fermignano

martedì 16 giugno 2009

La scalinata dei minchioni




La scalinata Don Minzoni è, per i fermignanesi, un biglietto da visita attraverso cui si mostra al visitatore un volto della cittadina bramantina. Oggi essa pare interpretare perfettamente il degrado morale che la città sta attraversando. La vecchia amministrazione non ci mise mano prendendo i rimproveri dei cittadini e di parti politiche avverse, non ultime il PDL e la Lega che oggi governano e che fecero promesse facendosi portatrici dello sdegno popolare. A distanza di oltre tre anni dall'insediamento del nuovo governo, nulla al proposito è stato fatto e le foto dimostrano l'avanzamento del degrado dopo anni di incuria. Don Minzoni, fu un antifascista inviso al governo mussoliniano e, la sera del 23 agosto 1923 venne ucciso a bastonate da alcuni squadristi facenti capo all'allora console di milizia Italo Balbo che, travolto dallo scandalo, dovette dimettersi. Credo che, l'abbandono di un'etica morale e politica di stampo solidale e protesa verso l'aiuto delle fasce più deboli e meno abbienti, per abbracciare uno slancio verso movimenti più egoistici e campanilistici venga ben descritto visivamente dal deterioramento della nostra scalinata che, mancando di riferimenti antifascisti di cui il compianto Don Minzoni si fece per noi portatore e per la presa in giro operata da questa amministrazione nei confronti dei cittadini per le promesse ad oggi disattese, potrebbe benissimo essere chiamata; “La scalinata dei minchioni”.

Mirco Marchetti

lunedì 15 giugno 2009

Referendum 21 giugno 2009 (informazioni ulteriori)


Il 1° e il 2° quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento

Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti. 

Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata. 

Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.

In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.

Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioé, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.

In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento.

All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.

Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito

Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.

Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza. 

Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile. 

L’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.

Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica

Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio “A” favorisce l’elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione “B”; se sceglie il seggio “B” favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione “A”. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!

E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.

Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

sabato 13 giugno 2009