lunedì 6 ottobre 2008

Un mondo senza povertà

Alcuni settimane fa ho incontrato Piero Benedetti il quale mi raccontava di una lettura che aveva fatto durante il periodo vacanziero e che lo aveva entusiasmato moltissimo. Nel libro si parlava di "business sociale", dell'inefficacia del welfare odierno e di un mondo possibile senza povertà. Oggi, tutti i giornali titolano a lettere cubitali del crollo delle borse e con esse traballa un sistema che si era ritenuto, o per lo meno lo si era fatto credere, solido. Pure il Papa, dal Suo pulpito si sente in dovere di evidenziare che l'unica cosa solida è la "Parola di Dio". Possono di queste incertezze soffrire i meno abbienti? Eppure è così. Alitalia ha i conti in rosso da dieci anni e la Magistratura non ha nulla da ridire; possibile? Un uomo disperato si uccide perché non era in grado di pagarsi le bollette di luce, gas ed acqua. Le banche ipotecano le case dei meno abbienti, le burocorporazioni mettono gabelle su gabelle ad indigenti sempre più presi a stretto da sistemi creditizi che si avviano allo strozzinaggio. Qualcuno chiede per Fermignano uomini di "spessore", cosa vuol dire uomini di spessore? Abbiamo bisogno di progetti di spessore portati avanti da coalizioni di persone che perseguono, non finalità individualistiche, ma collettive. La politica è diventata mera contabilità che si nutre di vessazioni e che gettano le persone nella disperazione per la difficoltà ad assolvere anche i più semplici doveri domestici. Pagare una bolletta del metano è divenuto un lusso per uno stipendio medio che è costretto ad indebitarsi verso banche che sono enti profit, questo è chiaro, non enti di beneficienza. I palazzinari scalpitano per costruire case che pochi potranno permettersi di comprare agli attuali prezzi, quindi si attende l'esplosione della bolla edilizia che non potrà che far dimezzare gli attuali prezzi. Ma i palazzinari sono sempre corteggiati dai politici in nome di un'urbanistica che, per invero, poco conoscono perché a nulla interessa l'idealità di una città a misura d'uomo e sostenibile. Dobbiamo osare noi cittadini, smontare il sistema burocorporativo e contabile che ha determinato un sistema fallace e vacuo andando a discapito dei molti per nutrire i soliti pochi noti. Se torniamo quindi al libro di cui Piero Benedetti mi parlava, esso è scritto da Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace 2006 e vuole descrivere la possibilità di un mondo finalmente senza poveri:

“È tempo che la nuova idea del business sociale guidi la prossima grande trasformazione del mondo. È tempo che la visione di un mondo in cui la povertà sia solo un ricordo del passato si trasformi in realtà.”

Il libro

Con Il banchiere dei poveri ha raccontato la storia straordinaria della fondazione della Grameen Bank e ha mostrato come il sistema del microcredito sia capace di sottrarre milioni di persone alla miseria e allo sfruttamento. Da allora ha esteso il raggio d’azione di Grameen dal campo strettamente finanziario a quelli dell’alimentazione, dell’educazione, dell’assistenza sanitaria, delle telecomunicazioni. Oggi il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus è pronto per una nuova sfida: proporre quell’esperienza come un modello e un punto di riferimento per riuscire finalmente ad estirpare la piaga della povertà mondiale. La sfida si può vincere, secondo Yunus, con lo sviluppo e la diffusione del “business sociale”: un nuovo tipo di attività economica che ha di mira la realizzazione di obiettivi sociali anziché la massimizzazione del profitto. Non elemosina, dunque, né aiuti pubblici gestiti il più delle volte con criteri oscuri e inutili complessità burocratiche. Al contrario, il business sociale è una forma di iniziativa economica capace di attivare le dinamiche migliori del libero mercato, conciliandole però con l’aspirazione a un mondo più umano, più giusto, più pulito. Sembra un sogno a occhi aperti. Ma è un sogno che ha aiutato il Bangladesh quasi a dimezzare il suo tasso di povertà in poco più di trent’anni. E che comincia a coinvolgere multinazionali, fondazioni, banche, singoli imprenditori, organizzazioni no profit in ogni parte del mondo. Una rivoluzione sociale ed economica ancora silenziosa, ma che può rappresentare una speranza concreta di risolvere finalmente il problema più grave che affligge il mondo d’oggi.

Vorrei di questo parlarne con voi, discuterne, capire assieme a voi che le cose si realizzano da quando si inizia a sognarle e che solo chi ha ancora il gusto di saper sognare può osare il realizzare "progetti di spessore" fatto di tanti uomini che hanno imparato che tutto è possibile se lo si vuole realmente.

Voglio al fine segnalare, tanto per mostrare che nessun mezzo tradizionale di comunicazione ne parla perché asservito alle Banche come d'altra parte lo è tutta la politica tradizionale ed i suoi ometti che ci hanno governato negli anni, gli altri, come saprete sono definiti "antipolitici", un sito che offre, ad esempio, credito in maniera differente e senza intermediari e con una logica simile al p2p:
http://www.zopa.it/ZopaWeb/

dategli un'occhiata, poi ognuno si faccia le sue proprie considerazioni. Però, vi prego, discutiamone assieme.

Mirco Marchetti

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