sabato 18 ottobre 2008

Comunicato IDV-Fermignano


Il progetto politico che l'Italia dei Valori, per mio tramite, sta cercando di portare avanti a Fermignano è, per l'appunto, un progetto che, a fondamento, si è posto e si pone la domanda: "quale tipo di città, per Fermignano, voglio costruire nel tempo?", magari, per meglio dar concretezza alla domanda, occorrerebbe porsi pure un tempo limite entro cui volgere i propri obiettivi: "quale tipo di città, per Fermignano, voglio costruire entro il 2015?".

Ogni città, lo sappiamo, ha una sua specificità, una sua identità storico culturale, una sua propria indole. Un tempo era più semplice descrivere la specificità di una città, i campanili stessi segnavano i confini, storico-culturali, entro cui delimitare l'indole caratteristica di quel dato luogo. Ma oggi tutto appare più confuso, gli idiomi e le lingue si mescolano, la globalizzazione, questo tipo di globalizzazione, sembra pretendere l'omologazione ad una sorta di diktat economico finanziario di cui, però, già si intravvedono gli effetti nefasti ed i cedimenti strutturali soprattutto a scapito della piccola economia ad iniziare da quella domestica. I campanili assumono la veste di vuoti simulacri. Qual'è dunque la "vocazione" di Fermignano? A tutt'oggi, quando si parla di Fermignano, si parla di terzo polo più industrializzato della Provincia di Pesaro-Urbino. Ma Fermignano, anche per il fatto di avere una città come quella di Urbino a pochissimi chilometri, è pure la città degli appartamenti, quindi degli affitti. Qualcuno, in altri ambiti, la definì, "città dormitorio" per il fatto che si è seguita comunque una linea urbanistica mirante anche al dar soddisfazione agli studenti urbinati che, per svariati motivi, non ultimo quello dei costi d'affitto, sceglievano Fermignano quale luogo di residenza momentanea. Ma va anche considerata la crescita evidente nel tempo sotto il profilo demografico, abbinandola al cambiamento nei generis del fenomeno migratorio, sud-nord, esterno-interno. Si può quindi partire da una presa d'atto ed operare un'analisi di sviluppo. Il tasso migratorio in costante crescita, oltre il 12% a Fermignano, quindi il doppio della media nazionale (6-7%), è pure un indicatore sia di capacità di sviluppo che di modalità di sviluppo della città stessa. Vi è più immigrazione nei luoghi in cui si sa, essi luoghi, rispondere al meglio a certe domande che vengono oggi poste ed in primis, vi è la domanda di trovare una qualche occupazione. 

Negli ultimi tempi, da parte delle varie amministrazioni, ho visto un grande investimento sul fronte dello sviluppo urbano. Ho visto la crescita di nuovi quartieri, la costruzione di molti appartamenti, il tentativo di recupero di zone “degradate” dal tempo e dall'incuria. Molta parte delle energie, sia imprenditoriali che politiche, mi sembra si siano indirizzate su questo fronte, dando adito pure ad aspri conflitti. Senza però voler scendere in particolari, credo che gli interessi estetici, ma neppure quelli funzionali, siano stati prerogativa prima dell'agire urbanistico. I luoghi in recupero, avranno pure una valenza simbolica, non solo meramente funzionale. Saranno dei veri e proprio biglietti da visita attraverso cui la città si mostra al visitatore, al viandante ed in questo l'estetica, vista anche come "etica delle forme" non può anch'essa non assumere un ruolo di rilievo devendo parlare di noi fermignanesi, devendo saper raccontare agli altri chi noi siamo. Per questo ogni progetto va condiviso con i cittadini in primis e con tutti gli organi di rappresentanza di cui essi possono godere. 

Di questo mi son fatto convinto nel tempo. Ma vi è una cosa su cui mi premere evidenziare la carenza amministrativa di Fermignano e non da oggi. I servizi alle persone. Posso e voglio evidenziare, e non in una logica demagocica ed opportunistica, l'insufficienza dei servizi erogati a fronte anche della crescita di nicchie di disagio. Si pensi all'aumento del tasso di povertà anche nei ceti un tempo considerati "medi", si pensi al mondo degli anziani, dei disabili, dei ragazzi, dei meno abbienti, dei malati in genere. Per poter progettare, si tratta di rilevare e quantificare i dati, analizzare i tipi di domande che dai vari contesti provengono, compiere una scala di priorità, poiché la politica è fatta di scelte e di priorità da portare avanti, quindi costruire un progetto entro cui collocare ogni singola azione in maniera sistematica e contestuale. 

Costruire una Casa di Riposo, per fare un esempio e visto che conosco abbastanza bene il sistema anziani, non ha nessun senso se non si colloca la struttura stessa all'interno di una espressione di reali bisogni manifestati e comprovati e di un progetto che possa avere un senso più ampio. Essa sarebbe un'azione ritenuta necessaria in un contesto in cui, l'allontanamento di un congiunto dal suo nucleo famigliare venisse visto come unica ed ultima soluzione praticabile. Cosa possibile in una varietà di servizi offerti ad iniziare da una certa garanzia di un buon servizio di assistenza domestica. Al momento non vi è né l'uno né l'altro a Fermignano. Sicuramente si inizierà con la Casa di Riposo, ma magari non si inizierà col serio potenziamento del SAD, per l'appunto il servizio assistenziale domestico. Ciò significherebbe l'evidenziare la completa mancanza di capacità progettuale. Dico questo pur essendo convinto che una Casa di Riposo a Fermignano potrebbe pure servire, magari di piccole dimensioni (venti posti residenziali o poco più), così come sarebbe sicuramente utile l'ipotesi di un centro diurno con caratteristiche di semiresidenzialità e già parliamo di penultima spiaggia cui l'anziano può giungere prima dell'ultima spiaggia che invece sarebbe la Casa di Riposo. E' chiaro che, un progetto avente, sempre per continuare l'esempio anziani, come prioritario il benessere di persone di terza e quarta età, non può partire dalla costruzione di una struttura che prevede l'allontanamento dell'anziano dal suo nucleo famigliare. Quindi il progetto deve prescindere dalla valutazione, singolare e specifica, di ogni caso, onde poter razionalizzare i servizi ed erogare gli stessi lungo direttrici di senso. Inserire invece ogni singola azione all'interno di un contesto progettuale di più largo respiro e con obiettivi ben acclarati sarebbe diverso. Nel caso, dunque, la domanda dovrebbe essere: "quale Fermignano vogliamo costruire e che sia a misura di anziani?". Questa domanda non può esaurirsi e partire con la costruzione di una struttura.

Se si ha un programma politico di sviluppo chiaro in testa, si ha pure la possibilità di negoziare assieme ad altri percorsi di condivisione, altrimenti si rischia di rimanere imprigionati nelle proposizioni che gli altri sapranno dettarci e ne saremo alla mercé senza capacità progettuale né potere negoziale.

L'IDV a Fermignano ha cercato di muoversi in base ad una logica programmatica e sostanziale, cercando di cogliere, anche nel maturare alleanze, coloro i quali, seppur con altre sensibilità, hanno manifestato di voler giungere agli stessi obiettivi. E' nata quindi Sinistra per Fermignano (SpF), cui ha aderito l'IDV fermignanese, un patto tra forze partitiche differenti e tra liberi cittadini che sono tenuti assieme da un collante programmatico e non formale. Su questa linea ci siamo mossi e ci muoviamo, promuovendo diverse azioni congiunte e condivise su diversi fronti. I legami che ci hanno uniti terminando con l'approdo dell'IDV fermignanese a Sinistra per Fermignano, sono programmatici e di sostanza, maturati lungo il confronto costruttivo e non formale (c'è chi definisce "anomala" l'alleanza con certe forze da parte di IDV, la forma e la sua logica vorrebbero IDV congiunta con altre forze) ma il contesto allargato entro cui ci si muove, sia l'IDV di Fermignano che Sinistra per Fermignano, è comunque di alleanza con il PD, ma non di apparentamento né di subalternità, essendo IDV una forza autonoma e capace di maturare scelte programmatiche e locali in base ad una logica, anch'essa non formale quanto di sostanza e di programma.

Questa è l'impronta che ho calcato nel mio assolvimento di rappresentanza negli anni di una forza politica, l'IDV per l'appunto e che si ispira ad una visione sostanziale, quindi a fronte anche di un investimento morale da cui pare la politica tout court si sia da molto tempo allontanata e verso cui pure il compianto Berlinguer richiamò fortemente l'attenzione. Vorrei a questo punto ed approfittando anche di questo spazio, sollevare e proporre un elemento di discussione, sia tra i simpatizzanti dell'IDV fermignanese che tra i cittadini tutti. 

Saluti,

Mirco Marchetti (Rappresentante IDV-Fermignano)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Marchetti!

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VIVA LA LIBERTA'!

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